domenica 23 ottobre 2011

Principato, Cirielli va a Strasburgo

a bocciatura del referendum
«Sentenza politica e incostituzionale, farò ricorso allaCorte europea»

Provincia versus Corte Costituzionale. Lo scontro è aperto, e a fare da arbitro saranno chiamati i giudici europei di Strasburgo.Lo ha ufficializzato Edmondo Cirielli, annunciando ricorso contro la decisione della Consulta che, di fatto, tarpa le ali al referendum per la Regione autonoma di Salerno. «E’ una sentenza incostituzionale - tuona il presidente di Palazzo Sant’Agostino - Una sentenza che abroga l’articolo 132 della Costituzione, rendendolo inattuabile.Noi ricorreremo alla Corte internazionale di giustizia, perché la Corte costituzionale può annullare le leggi ordinarie ma certo non i princìpi della Costituzione».
• La sentenza, depositata l’altro ieri, stabilisce che per attivare il referendum istitutivo di una nuova Regione non basti la richiesta di un terzo delle popolazioni che intendono rendersi autonome (pronunciata tramite deliberazioni dei consigli comunali) ma che il quorum vada calcolato sull’intera popolazione regionale, e che quindi siano necessarie le delibere anche di una parte delle altre Province e Comuni campani. Una follia giuridica secondo il presidente Cirielli: «E’ ovvio - sottolinea - che le altre amministrazioni non siano interessate e che le deliberazioni non saranno mai abbastanza. Inoltre, anche se riuscissimo ad arrivare al referendum, non potremmo raggiungere il quorum, perché negli altri territori non andrebbero a votare». Per questo parla di una sentenza che costituisce una gravissima lesione del diritto di autodeterminazione dei popoli sancito dall’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite, e ha deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia dei diritti dell’uomo che ha sede a Strasburgo. «Sono particolarmente sconvolto - aggiunge - che anche la Corte costituzionale faccia politica, calpestando il diritto. Questa sentenza sottopone la volontá dei salernitani a quella del resto della Campania, tradendo la lettera e lo spirito della Costituzione. La nostra istanza è di sovranitá, non di natura amministrativa. Chiediamo di promulgare leggi per il nostro territorio e di gestire le risorse economiche provenienti dalle tasse per la crescita e lo sviluppo della nostra comunitá territoriale».



• Chi invece condivide la pronuncia della Consulta è il consigliere regionale dell’Udc, Luigi Cobellis: «Abbiamo detto sin dall’inizio che l’idea del Principato non era attuabile. Oggi si conferma che a questo progetto mancava non solo il radicamento storico e politico ma anche quello politico».Cobellis definisce scomposta la reazione di «chi pensa di dare lezioni di costituzionalitá alla Corte costituzionale», e non rinuncia a una stilettata politica: «Con la bocciatura del suo progetto più ambizioso, di certifica il fallimento della politica conflittuale messa in campo da Cirielli». (c.d.m.)
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"La Città" - 23.10.2011

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