martedì 25 ottobre 2011

Cirielli apre alla "Grande Lucania"

Bilancio di due anni a Palazzo Sant’Agostino: «Abbiamo qualificato la spesa, peccato che nel Pdl qualcuno non capisca»
Allo studio l’annessione alla Basilicata: «Non resteremo con Napoli»
DICLEMY DE MAIO

• «La Grande Lucania non è un’idea peregrina».Edmondo Cirielli prepara il piano "b", e dopo la bocciatura delle referendum sul Principato segue la doppia strada della giustizia internazionale («Ricorreremo a Strasburgo o a Ginevra») e dell’asse con la Basilicata.
• Lo ha confermato ieri, a margine della presentazione del volume sui primi due anni di amministrazione in Provincia: «La prima opzione resta quella di una Regione autonoma insieme a Salerno e Avellino.Ma se vogliono tenerci per forza con Napoli, continuando a fregarci i nostri soldi (perché ci restituiscono meno delle tasse che paghiamo), faremo in modo che non accada».La strada potrebbe essere quella dell’annessione alla Basilicata, proposta dal comitato Grande Lucania e ricordatagli sabato dalla presidente Tiziana Bove Ferrigno. Il presidente della Provincia la sta valutando, e intanto sferra un nuovo attacco ai giudici della Corte costituzionale, accusati di aver confezionato una sentenza politica che smentisce la Cassazione e invitati «a studiarsi un po’ la Carta costituzionale».
• Il progetto del Principato lo aveva anche inserito nel libro sul suo biennio a Sant’Agostino.Vi resta, perché al momento della stampa la sentenza non c’era ancora, e affianca un excursus sulle attivitá dell’ente che Cirielli riassume nel concetto di "spesa qualificata". «Abbiamo risanato le finanze senza tagliare i servizi - dichiara - Oggi investiamo di più nella manutenzione di strade e scuole e spendiamo molto meno in convegni ed eventucci. Anche nella promozione turistica abbiamo deciso di puntare su pochi, grandi eventi che portano un ritorno vero». Con questa linea conta di far fronte ai tagli del Governo (trenta milioni) e ai vecchi debiti dell’ente, per i quali sono giá stati pagati 16 milioni e si prevede di doverne sborsare altri 14. Poi cita gli interventi sulla burocrazia («La dirigenza della Provincia è una Ferrari che prima non era utilizzata.D’altronde non si applicava neanche l’informatica), i progetti ripresi (come Fondovalle Calore e Aversana) il rafforzamento della Protezione civile e i nuovi fondi ottenuti tramite la Regione, «con un raddoppio da 200 a 400 milioni». Ma ammette anche un’amarezza: «Non tutti i politici del Pdl hanno compreso l’importanza storica di aver conquistato la Provincia. Non hanno capito che gli elettori ci hanno votato per cambiare le cose, e qualcuno è andato via perché aveva immaginato che qui ci fosse un piatto da dividere. Dispiace, ma sono cose che riguardano solo il dieci per cento del partito».
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"La Città" - 25.10.2011

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