sabato 22 ottobre 2011

La Consulta "chiude" ilPrincipato


Depositate le due sentenze della Corte costituzionale. Niente referendum sulla nuova Regione: «Sono indignato, salernitani defraudati»
E Cirielli dovrá scegliere tra presidenza della Provincia e seggio alla Camera



Con due sentenze della Corte costituzionale, depositate ieri, il presidente Cirielli "perde" il Principato e rischia di perdere anche la Provincia. La Consulta, infatti, ha dichiarato «non fondata» la questione di legittimitá costituzionale relativa alla procedura per l’indizione del referendum che dovrebbe portare alla nascita di una nuova Regione: il Principato di Salerno, appunto.
• Non solo: con la sentenza numero 277, immediatamente precedente, ha anche dichiarato incostituzionale la norma che prevede che la carica di parlamentare non sia incompatibile con quella di sindaco di un Comune con popolazione superiore a 20mila abitanti. Decisione, quella dei giudici costituzionali, che ha l’effetto di rendere, di fatto, impossibile il doppio incarico: non si potrá più ricoprire il ruolo di deputato o senatore e, contemporaneamente, quello di amministrare di un ente di dimensioni medio-grandi. Come la Provincia.
• Ma è soprattutto la decisione sul ricorso relativo al Principato che brucia. La "bocciatura" non è legata al particolare, pure evidenziato nella sentenza, della «singolaritá della denominazione che si intende attribuire alla istituenda Regione». La Corte costituzionale ha ritenuto che per far scattare il meccanismo referendario, che è alla base della creazione di una nuova Regione, non fossero sufficienti le deliberazioni degli organismi consiliari dei Comuni che rappresentano un terzo della popolazione che entrerebbe a far parte del nuovo ente, ma che occorresse anche il pronunciamento delle amministrazioni "controinteressate", e cioè una parte delle altre Province e Comuni campani.
• «Sono indignato, non pensavo che si potesse calpestare così la Costituzione» ha commentato il prescindente della Provincia, Edmondo Cirielli. «Una sentenza incostituzionale che dileggia l’articolo 132 della Costituzione con motivazioni assolutamente risibili». Due sentenze pubblicate ieri, ma che, ironia della sorte, erano state emesse il 17. Problemi di cabala? Macché «è una sentenza assolutamente politica che ci costringe ad essere sottoposti ad altre comunitá - aggiunge Cirielli - Ci negano di fare leggi per il nostro territorio e in questo modo saremo depredati delle nostre risorse come avviene da sempre». Ed il riferimento è alla Regione «abbiamo il 10% quando ci spetta il 20 nonostante Caldoro, che malgrado quello che dice De Luca al quale dimostreremo che questa Regione non ci penalizza, stia sbloccando fondi come quelli per l’edilizia scolastica». Ricorrere alla Corte di Giustizia dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo è l’ipotesi di Marco Galdi sindaco di Cava de’ Tirreni che difese le ragioni del Principato davanti alla Consulta. «Impossibile rimettere in moto il procedimento - spiega - chiedendo di far affrontare la questione ai consigli comunali e provinciali delle altre zone della regione o, ancora peggio, di chiamare le popolazione di quei territori al referendum. Le altre province non hanno interesse a staccarsi e, alla stessa stregua, i loro cittadini non vedrebbero l’utilitá di andare a votare per l’autonomia della provincia di Salerno. Per questo stiamo valutando, più che altro, l’ipotesi di ricorrere alla Corte di Giustizia dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo e di appellarci all’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite che sancisce il diritto di autodeterminazione dei popoli». (red.cro.)
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"La Città" - 22.10.2011

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