venerdì 24 dicembre 2010

Principato di Salerno: pronto referendum per lasciare la Campania


SALERNO (23 dicembre) - Retti da sindaci di destra o di sinistra, non fa differenza. Almeno 59 Comuni della provincia di Salerno (che in tutto sono 158) hanno votato una delibera per ottenere che si vada al referendum per la costituzione di una nuova Regione.

Hanno detto sì da Scafati a Nocera Inferiore, da Atena Lucana a Cava de’ Tirreni, da Pagani a Paestum. Un numero di delibere sufficiente, secondo la legge, per avviare l’iter davanti alla Corte di Cassazione, che potrebbe portare, in qualche mese, all’indizione del referendum popolare consultivo. Promotore Edmondo Cirielli, parlamentare del Pdl famoso la prima legge che porta il suo nome in materia di prescrizioni, ma soprattutto per aver antipatizzato di recente con il ministro delle Pari opportunità a sua conterranea Mara Carfagna.


La nuova Regione dovrebbe coincidere con l’attuale territorio compreso nella Provincia di Salerno e sarebbe la prima in Italia senza altre unità amministrative che comuni e comunità montane, dato che i promotori puntano all’abolizione dell’amministrazione provinciale. Secondo Cirielli, che intende intitolare la nuova Regione allo storico principe Arechi (che fondò lo spettacolare castello che domina il capoluogo) già nella primavera 2011 si potrebbe tenere il referendum per la Regione del Principato. E nel 2015 si svolgerebbe il voto per l'elezione del primo Consiglio regionale post secessione dalla Campania.



L'obiettivo è alla portata, secondo i promotori. In Cassazione sono state presentate le 59 delibere consiliari comunali (i consigli rappresentano 429.734 abitanti, più di un terzo della popolazione residente nella provincia di Salerno). La Corte potrebbe esprimersi entro l'estate o anche molto prima, consentendo già nel mese di settembre 2011 (Cirielli si augura a primavera) di indire i referendum. Successivamente, nel 2012 partirebbe l'attività parlamentare dato che sarà il Parlamento a dover votare nei due rami le modifiche alla Costituzione (in particolare dell’articolo che indica il numero di Regioni italiane).


La campagna referendaria in provincia di Salerno è già partita: «Se portiamo a votare il 75% degli aventi diritto e il 90% vota a favore, allora sarà forte l'indicazione e il Parlamento potrà procedere rapidamente», dicono i promotori. A sostenere l’iniziativa anche altri gruppi che da anni puntano a modelli alternativi di secessione dalla Campania (dal Molisannio alla Grande Lucania e alla Nuova Silenia).



Tutti i gruppi di opinione che intendono staccarsi da Napoli guardano con favore all’iniziativa di Salerno, dato che un’eventuale accoglimento del progetto (che va avanti perché concentrato in un’unica provincia e su un numero limitato di comuni) consentirebbe rapidi ampliamenti verso Sud e verso Nordest della nuova Regione del Principato di Arechi. «Un territorio vasto che ha tutte le potenzialità per avere un’autonomia gestionale», dicono i promotori. «Con il federalismo possiamo avere un controllo sulle tasse sennò continuerà la spoliazione.


La riforma del titolo V e l’articolo 132 della Costituzione ci spalancano le porte. La nostra nuova Regione sarà la prima che nasce dal popolo. Come avevano già detto i padri fondatori della Nazione. Non come è accaduto con le altre Regioni italiane, decise a tavolino, nei salotti buoni della politica».

di Gianni Colucci

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