venerdì 5 giugno 2009

LETTERA APERTA AGLI ITALIANI



Avrei voluto usare la campagna elettorale per spiegare l’importanza dell’Unione Europea e confrontarmi sul ruolo dell’Italia in Europa. Invece in queste ultime settimane l’opposizione, spalleggiata dai suoi giornali e dai suoi programmi televisivi, ha fatto una campagna basata soltanto su ignobili e scandalosi attacchi personali.
Non credevo davvero si potesse arrivare a tanto.
Mi conforta tuttavia l’affetto di tanti italiani, anche non miei elettori, che hanno capito come questa opposizione senza ideali e senza programmi, abbia tentato la carta della disperazione.
Mentre loro rimestano nel torbido, il mio governo ha continuato a lavorare per dare più sicurezza ai cittadini: dai primi di maggio abbiamo dato il via ai respingimenti delle imbarcazioni degli immigrati clandestini. Lo abbiamo potuto fare grazie allo storico accordo firmato il 31 agosto 2008 con il leader libico Gheddafi.
Questo accordo è uno dei frutti dell’autorevolezza che ci deriva dagli ottimi rapporti internazionali che abbiamo costruito in questi anni e che abbiamo messo a disposizione dell’Europa per risolvere numerose delicate situazioni: il conflitto tra Russia e Georgia, quello tra Israele e i palestinesi, la “crisi del gas” tra Ucraina e Federazione russa, lo sblocco del veto della Turchia alla scelta del nuovo segretario generale della Nato.
Sembrano fatti “lontani” ma sono invece importanti, perché la politica estera è oramai diventata politica “interna”, per le ricadute che essa ha sui destini di tutti gli italiani. Per questo motivo abbiamo dedicato un mare di tempo e di lavoro alla politica estera, in Europa e nel mondo. In questo modo siamo riusciti a difendere gli interessi italiani in Europa: il nostro governo ha rinegoziato con successo il pacchetto clima (che penalizzava fortemente le nostre aziende senza difendere l’ambiente), abbiamo ottenuto il raddoppio (da 200 a 420 milioni) dei fondi a nostra disposizione per importanti opere energetiche, abbiamo sbloccato i fondi europei per i lavori del MOSE, la barriera mobile che difenderà Venezia dal fenomeno ormai ricorrente dell’“acqua alta”.
Non appena si è profilata la crisi finanziaria globale, abbiamo convinto Europa e Stati Uniti ad affrontarla con interventi coordinati, basati su questi punti fermi: non consentire il fallimento di nessuna banca, proteggere i risparmi dei cittadini, garantire le fasce più deboli, sostenere le imprese e i lavoratori. Il nostro Governo ha dato l’esempio a tutta Europa: abbiamo messo al sicuro i conti pubblici con una legge finanziaria valida per la prima volta non per uno ma per tre anni; siamo stati i primi, il 10 ottobre 2008, a garantire che nessuna banca italiana sarebbe fallita e a proteggere i risparmi depositati nelle nostre banche.
Siamo quelli che in Europa hanno stanziato più fondi a favore delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese e dell’economia reale, per un totale di 55,8 miliardi di euro: 17,8 miliardi per rimettere in moto le grandi opere bloccate dalla sinistra, 9 miliardi di misure a protezione dei più deboli, 2 miliardi per le imprese dei settori più colpiti, 9 miliardi nel fondo a disposizione della Presidenza del Consiglio per rilanciare le imprese in crisi, 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali cosiddetti “in deroga”, perché estesi, per la prima volta, al di fuori della Cassa Integrazione ordinaria e straordinaria, ai lavoratori delle piccole imprese, a quelli interinali, agli apprendisti, ai collaboratori a progetto. Per la ricostruzione dell’Abruzzo, superata la fase dell’emergenza, abbiamo avviato interventi per 8 miliardi di euro e coinvolto l’Europa attraverso il Fondo di solidarietà per le calamità naturali. Abbiamo lanciato ai leader internazionali la proposta di “adottare” un’opera d’arte, un monumento storico, una chiesa da ricostruire com’era e dov’era. Abbiamo deciso di tenere la riunione del G8 a L’Aquila, per avvicinare la capitale dell’economia alla capitale del dolore.
E dalla prossima settimana iniziano i lavori per la realizzazione di abitazioni per 15 mila persone.
Questi sono fatti, non parole.
Forte di questi fatti, anche stavolta mi espongo direttamente al giudizio dei cittadini, impegnandomi come capolista in tutto il Paese, così da rappresentare l’Italia in Europa con una investitura popolare diretta che nessun altro leader europeo potrà vantare.
Per questo motivo sabato 6 e domenica 7 giugno invito gli italiani a votare per il Popolo della Libertà e a scrivere il mio cognome accanto al simbolo. Per metterci in grado di lavorare con maggior forza per il bene di tutti: più forti dell’invidia, più forti della calunnia, più forti dell’odio.


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